Fresatore meccanico, lavorava alle Officine Alberti nella produzione delle motociclette col marchio
Sertum; iscritto al Partito Comunista clandestino, dal settembre 1944 militò nella 3^ brigata "Bassi" , poi nella 111^ brigata Garibaldi. In seguito a delazione i militi fascisti scoprirono armi nascoste nella fabbrica e lo arrestano assieme ad altri suoi compagni, deportandoli nei lager; a Gusen Bergamaschi morì pochi giorni prima della liberazione del campo.
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui
l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue
Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra
e ottone, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con
un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì quasi tutti morirono di
stenti o furono uccisi. Questa pietra è stata posata il 13/3/2025.
Bergamaschi è ricordato anche in una targa di
piazza Santarosa e in una di
viale Certosa (sede della Sertum).