Partigiano dell'VIII brigata Matteotti, fu ucciso a fucilate in un'imboscata. Era figlio di quello che sarebbe stato il primo sindaco di Milano dopo la Liberazione.
La lapide è posta sulla casa che abitò. Greppi veniva dalla Valdossola per portare documenti e messaggi segreti a compagni in piazza Piola, ma venne intercettato da spie fasciste che lo portarono in piazzale Baracca per usarlo come esca e catturare altri partigiani. La vicenda è raccontata in dettaglio da
Alberto Delfino. Ulteriore conferma a questa ricostruzione ricevo da
Ombretta Tamagni; lei non era ancora nata ma ha conservato il ricordo e il racconto di sua madre, Ida Benvenuti Tamagni, che abitava in via S.Michele del Carso 5: "
Mariolino effettivamente salì su un tram nei pressi di piazzale Baracca: il manovratore capì le ragioni della sua fuga e gli aprì le porte in corsa; poi saltò giù in via S.Michele del Carso forse perché sapeva che in quel cortile del n.5 c'era un passaggio segreto per cui poteva uscire su corso di Porta Vercellina e far perdere le sue tracce. Purtroppo le armi furono più veloci. A mia mamma che urlava alla finestra la squadraccia fascista gridò «Zitta ! E si ritiri da lì !
»; e solo la nonna riuscì a strapparla dalla finestra prima che i sicari venissero su ad arrestarla. Due giorni dopo arrivò la notizia della morte di Mario".