Giureconsulto, scrisse diversi tomi a commento del
Corpus giustinianeo; fu oratore e brillante uomo di corte; insegnò a Pavia, Padova, Pisa e poi di nuovo a Pavia. Bandello lo definisce "
monarca de le leggi" e in una sua novella (I 31) racconta un aneddoto su di lui: era in barca sul lago di Como con una comitiva che accompagnava l'imperatrice moglie di Massimiliano d'Asburgo; si levò un'improvvisa tempesta sul lago e tutti stavano male e cominciavano a disperare della loro sopravvivenza; solo Giasone se la rideva bellamente; quando riuscirono ad approdare l'imperatrice gli chiese come mai non avesse avuto paura e si fosse beffato del rischio di annegamento, ed egli rispose: "
io era sicuro di non perire, perciò che io so che il cuoco di Cristo non è imbriaco, che quella carne che si deve arrostire egli mettesse a lesso". Questo lo illustra come spirito libero, permeato della cultura umanistica.
Questo è uno dei diciannove medaglioni di giuristi che ornano la facciata del palazzo (vedi primo
thumbnail). Nel tempo ha ospitato la VENERABILE/ARCHICONFRATERNITA/DELLE SACRE STIMATE/DI ROMA (secondo
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Giovan Battista De Luca, è di età sicuramente posteriore. Dunque sarà stato qualche erede di famiglia che ha voluto così onorare l'attività giuridica dell'antenato.