Domenicano, fu grande conoscitore dei filosofi antichi e seguace del cosentino Bernardino Telesio; trasfuse il pensiero naturalistico di quest'ultimo in una cornice neoplatonica. Già nel 1592 le sue idee gli valsero un processo davanti al Tribunale dell'Inquisizione di Napoli e una condanna ad un anno di carcere. Peregrinò poi per l'Italia fino a stabilirsi a Padova, dove conobbe Galileo. Qui dovette affrontare un nuovo processo (1594) per alcuni suoi scritti giudicati eretici; sotto tortura abiurò. In seguito incappò nel rigore dei tribunali civili di Napoli per aver vagheggiato un rinnovamento politico in quella parte d'Italia, con la cacciata degli spagnoli e la creazione di una repubblica ideale. Le accuse di cospirazione gli costarono 27 anni di carcere, dove scrisse le sue opere maggiori, fra cui
La città del sole (1602) e l'
Apologia di Galileo (1616). Una volta liberato e trasferitosi a Roma, dovette ancora fuggire per evitare ulteriori persecuzioni e riparò a Parigi, sotto la protezione del cardinale Richelieu.
Questo è uno degli 8 medaglioni che ornano il basamento della statua di
Giordano Bruno (vedi
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