Espresse il suo cattolicesimo promuovendo opere di patronato, iniziative creditizie, testate giornalistiche; ma proprio quando i suoi giornali appoggiarono l'intervento militare in Libia (1911) si scontrò con la Chiesa romana. Nel 1919 aderì al neonato Partito Popolare di
don Luigi Sturzo, con cui pure ci fu rottura quando Grosoli appoggiò il Fascismo giunto al potere. Nominato senatore nel 1920, nel 1929 perse le sue sostanze in seguito al dissesto di alcune banche cattoliche e si ritirò ad Assisi.