Generale dell'imperatore d'Oriente Giustiniano, riportò vittorie decisive nella guerra contro i Vandali nell'Africa settentrionale (534) e gli Ostrogoti in Italia (540), recuperando la penisola (ma solo per meno di un decennio) al dominio dell'Impero d'Oriente. Luogo e data di nascita non sono certi.
L'epigrafe ricorda la costruzione dell'antica chiesa (anno 538: molto prima di quella attuale barocca) ad opera del generale Belisario, al termine della Guerra Greco-Gotica, per l'espiazione di una colpa; forse la colpa era di aver esiliato da Roma papa Silverio e aver messo sul trono di Pietro un raccomandato dell'imperatrice Teodora. Il testo mostra una certa frequenza di rime interne: patricius-amicus; veniam-ecclesiam; pedem-aedem; eum-deum (qui scritto abbreviato "dm"): sembrano dunque versi leonini, così chiamati forse da un poeta del XII sec., Leonio da S.Vittore, che tuttavia non ne fu l'inventore: infatti in questo caso l'epigrafe dovrebbe essere posteriore a quel secolo; ma sarebbe improbabile la richiesta di una preghiera per Belisario al passante del basso Medioevo, che sicuramente ignorava l'esistenza di quel generale bizantino. Per una lettura migliore clicca sul thumbnail. |