Fu fatto costruire da papa
Clemente VII, ritiratosi ad Orvieto dopo il sacco di Roma del 1527, per rifornire di acqua la città in caso di assedio (la posizione su uno sperone di tufo la difendeva già da attacchi diretti). L'esecuzione del lavoro fu affidata ad
Antonio da Sangallo e i lavori si conclusero nel 1537 sotto papa
Paolo III.
L'epigrafe dice che l'attività umana aggiunse ciò che la natura del luogo non aveva fornito per la difesa in un possibile assedio.