Impiegato alle poste prima di indossare la divisa, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 venne fatto prigioniero dai tedeschi come moltissimi altri militari italiani e deportato in Germania; riuscì a fuggire e tornò a Roma, aderendo alla Resistenza nelle file del Partito d'Azione clandestino; arrestato il 12/1/1944 in seguito ad una spiata, venne torturato in via Tasso e, per salvare altri compagni, si accollò la responsabilità dell'uccisione di due soldati tedeschi, sapendo di decidere così la sua condanna a morte; finì nel gruppo dei fucilati alle
Fosse Ardeatine all'indomani dell'attentato di via Rasella.
Il suo nome è citato anche nella targa dei caduti del Partito d'Azione situata in
via Castrense.