Frate carmelitano, addottorato in Diritto a Padova, per le sue idee critiche nei confronti del papato dovette fuggire in Inghilterra, abbracciando la confessione anglicana. Ne seguì a Roma un processo dell'Inquisizione nei suoi confronti e attività diplomatica e di spionaggio per farlo incarcerare a Londra o riportarlo in Italia. Dietro promessa del perdono tornò a Roma ma, sospettando un inganno, fuggì nuovamente, in Francia, peregrinando per diverse città nel timore di essere arrestato, fino a Tolosa, dove venne incarcerato, processato e giustiziato come eretico: gli fu tagliata la lingua, fu strangolato e poi bruciato. La sua opera maggiore è De Admirandis Naturae reginae deaeque mortalium arcanis libri quattuor, dove i fenomeni considerati soprannaturali vengono riletti con un'ottica naturalistica. |