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Dal 1852 presidente del Consiglio dei ministri del Regno di Sardegna, diede un contributo fondamentale alla storia dell'Unità italiana, portando il Piemonte al rango di potenza europea e realizzando l'accordo con la Francia contro l'Austria, cui seguì la II Guerra d'Indipendenza.
A destra è riportato il discorso di Cavour sulle strade ferrate (1846), a sinistra quello tenuto alla Camera (25/3/1861) su Roma capitale. Il monumento è stato inaugurato nel 2011. |
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(Testo)
(sovrascritto in verticale sul testo di entrambi i lati) C A V O U R
(sinistra)L’ONOREVOLE DEPUTATO AUDINOT VEL DISSE SENZA RISERVA: ROMA DEBB’ESSERE LA CAPITALE D’ITALIA. E LO DICEVA CON RAGIONE; NON VI PUÒ ESSERE SOLUZIONE DELLA QUESTIONE ROMA, SE QUESTA VERITÀ NON È PRIMA PROCLAMATA, ACCETTATA DALL’OPINIONE PUBBLICA D’ITALIA E D'EUROPA. (A SINISTRA: BENE!). SE SI POTESSE CONCEPIRE L’ITALIA COSTITUITA IN UNITÀ IN MODO STABILE, SENZA CHE ROMA FOSSE LA SUA CAPITALE, IO DICHIARO SCHIETTAMENTE CHE REPUTEREI DIFFICILE, FORSE IMPOSSIBILE LA SOLUZIONE DELLA QUESTIONE ROMANA. PERCHÉ NOI ABBIAMO IL DIRITTO, ANZI IL DOVERE DI CHIEDERE, D’INSISTERE PERCHÉ ROMA SIA RIUNITA ALL’ITALIA? PERCHÉ SENZA ROMA CAPITALE D’ITALIA, L’ITALIA NON SI PUÒ COSTITUIRE. (APPROVAZIONE) A PROVA DI QUESTA VERITÀ GIÀ VI SI ADDUSSE MOLTI ARGOMENTI L’ONOREVOLE PREOPINANTE. EGLI VI DISSE CON MOLTA RAGIONE CHE QUESTA VERITÀ, ESSENDO SENTITA QUASI ISTINTIVAMENTE DALL’UNIVERSALITÀ DEGLI ITALIANI, ESSENDO PROCLAMATA FUORI D’ITALIA DA TUTTI COLORO CHE GIUDICANO DELLE COSE D’ITALIA CON IMPARZIALITÀ ED AMORE, NON HA D’UOPO DI DIMOSTRAZIONE, È AFFERMATA DAL SENSO COMUNE DELLA NAZIONE, TUTTAVIA, O SIGNORI, SI PUÒ DARE DI QUESTA VERITÀ UNA DIMOSTRAZIONE ASSAI SEMPLICE. L’ITALIA HA ANCOR MOLTO DA FARE PER COSTITUIRSI IN MODO DEFINITIVO, PER ISCIOGLIERE TUTTI I GRAVI PROBLEMI CHE LA SUA UNIFICAZIONE SUSCITA, PER ABBATTERE TUTTI GLI OSTACOLI CHE ANTICHE ISTITUZIONI, TRADIZIONI SECOLARI OPPONGONO A QUESTA GRANDE IMPRESA; ORA, O SIGNORI, PERCHÉ QUEST’OPERA POSSA COMPIERSI CHE NON VI SIANO CAUSE DI DISSIDI, DI LOTTE. MA, FINCHÉ LA QUESTIONE DELLA CAPITALE NON SARÀ DEFINITA, VI SARÀ SEMPRE MOTIVO DI DISPARERI E DI DISCORDIE FRA LE VARI PARTI D’ITALIA. (BENISSIMO!) ED INVERO, O SIGNORI, È FACILE A CONCEPIRSI CHE PERSONE DI BUONA FEDE, PERSONE ILLUMINATE ED ANCHE DOTATE DI MOLTO INGEGNO, ORA SOSTENGANO O PER CONSIDERAZIONI STORICHE, O PER CONSIDERAZIONI ARTISTICHE, O PER QUALUNQUE ALTRA CONSIDERAZIONE, LA PREFERENZA A DARSI A QUESTA O A QUELL’ALTRA CITTÀ COME CAPITALE D’ITALIA; IO CAPISCO CHE QUESTA DISCUSSIONE SIA PER ORA POSSIBILE: MA SE L’ITALIA COSTITUITA AVESSE GIÀ STABILITA IN ROMA LA SUA CAPITALE, CREDETE VOI CHE TALE DISCUSSIONE FOSSE ANCORA POSSIBILE? CERTO CHE NO; ANCHE COLORO CHE SI OPPONGONO AL TRASFERIMENTO DELLA CAPITALE IN ROMA, UNA VOLTA CHE ESSA FOSSE COLÀ STABILITA, NON ARDIREBBERO DI PROPORRE CHE VENISSE TRASLOCATA ALTROVE. QUINDI EGLI È SOLO PROCLAMANDO ROMA CAPITALE D’ITALIA CHE NOI POSSIAMO PORRE UN TERMINE ASSOLUTO A QUESTE CAUSE DI DISSENSO FRA NOI. IO SONO DOLENTE PERCIÒ DI VEDER CHE UOMINI AUTOREVOLI, UOMINI D’INGEGNO, UOMINI CHE HANNO RESO ALLA CAUSA ITALIANA EMINENTI SERVIGI, COME LO SCRITTORE A CUI L’ONOREVOLE PREOPINANTE ALLUDEVA, PONGANO IN CAMPO COTESTA QUESTIONE E LA DIBATTANO, OSEREI DIRE, CON ARGOMENTI DI POCA IMPORTANZA. LA QUESTIONE DELLA CAPITALE NON SI SCIOGLIE, O SIGNORI, PER RAGIONI NÉ DI CLIMA, NÉ DI TOPOGRAFIA, NEANCHE PER RAGIONI STRATEGICHE; SE QUESTE RAGIONI AVESSERO DOVUTO INFLUIRE SULLA SCELTA DELLA CAPITALE, CERTAMENTE LONDRA NON SAREBBE CAPITALE DELLA GRAN BRETAGNA, E FORSE NEMMANCO PARIGI LO SAREBBE DELLA FRANCIA. LA SCELTA DELLA CAPITALE È DETERMINATA DA GRANDI RAGIONI MORALI. E' IL SENTIMENTO DEI POPOLI QUELLO CHE DECIDE LE QUESTIONI AD ESSA RELATIVE. ORA, O SIGNORI, IN ROMA CONCORRONO TUTTE LE CIRCOSTANZE STORICHE, INTELLETTUALI, MORALI CHE DEVONO DETERMINARE LE CONDIZIONI DELLA CAPITALE DI UN GRANDE STATO. ROMA È LA SOLA CITTÀ D’ITALIA CHE NON ABBIA MEMORIE ESCLUSIVAMENTE MUNICIPALI; TUTTA LA STORIA DI ROMA DAL TEMPO DEI CESARI AL GIORNO D’OGGI È LA STORIA DI UNA CITTÀ LA CUI IMPORTANZA SI ESTENDE INFINITAMENTE AL DI LÀ DEL SUO TERRITORIO, DI UNA CITTÀ, CIOÈ, DESTINATA AD ESSERE LA CAPITALE DI UN GRANDE STATO. (SEGNI DI APPROVAZIONE SU VARI BANCHI) CONVINTO, PROFONDAMENTE CONVINTO DI QUESTA VERITÀ, IO MI CREDO IN OBBLIGO DI PROCLAMARLO NEL MODO PIÙ SOLENNE DAVANTI A VOI, DAVANTI ALLA NAZIONE, E MI TENGO IN OBBLIGO DI FARE IN QUESTA CIRCOSTANZA APPELLO AL PATRIOTTISMO DI TUTTI I CITTADINI D’ITALIA E DEI RAPPRESENTANTI DELLE PIÙ ILLUSTRI SUE CITTÀ, ONDE CESSI OGNI DISCUSSIONE IN PROPOSITO, AFFINCHÉ NOI POSSIAMO DICHIARARE ALL’EUROPA, AFFINCHÉ CHI HA L’ONORE DI RAPPRESENTARE QUESTO PAESE A FRONTE DELLE ESTERE POTENZE POSSA DIRE: LA NECESSITÀ DI AVER ROMA PER CAPITALE È RICONOSCIUTA E PROCLAMATA DALL’INTIERA NAZIONE. (APPLAUSI) IO CREDO DI AVERE QUALCHE TITOLO A POTER FARE QUEST’APPELLO A COLORO CHE, PER RAGIONI CHE IO RISPETTO, DISSENTISSERO DA ME SU QUESTO PUNTO; GIACCHÉ, O SIGNORI, NON VOLENDO FARE INNANZI A VOI SFOGGIO DI SPARTANI SENTIMENTI, IO LO DICO SCHIETTAMENTE: SARÀ PER ME UN GRAN DOLORE IL DOVER DICHIARARE ALLA MIA CITTÀ NATIA CHE ESSA DEVE RINUNCIARE RISOLUTAMENTE, DEFINITIVAMENTE AD OGNI SPERANZA DI CONSERVARE NEL SUO SENO LA SEDE DEL GOVERNO. (APPROVAZIONE) | DISCORSO PRONUNCIATO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI IL 25 MARZO 1861
IN ROMA CONCORRONO TUTTE LE CIRCOSTANZE, STORICHE, INTELLETTUALI, MORALI CHE DEVONO DETERMINARE LE CONDIZIONI DELLA CAPITALE DI UN GRANDE STATO
C A M I L L O B E N S O C O N T E D I C A V O U R
(destra)NON C’È PERSONA DI NORMALE BUON SENSO CHE POSSA CONTESTARE OGGI L’UTILITÀ, DIREMMO ANZI LA NECESSITÀ, DELLE STRADE FERRATE. POCHI ANNI SONO BASTATI PER OPERARE NELL’OPINIONE PUBBLICA UNA RIVOLUZIONE IN LORO FAVORE. I DUBBI CHE ESSE ISPIRAVANO AGLI UOMINI DI STATO, LE INCERTEZZE SULLA LORO RIUSCITA CHE TURBAVANO I PIÙ ARDITI SPECULATORI, HANNO CEDUTO IL POSTO A UNA SCONFINATA FIDUCIA. IL PUBBLICO È PASSATO QUASI ISTANTANEAMENTE DALLA DIFFIDENZA A UN ENTUSIASMO TALE, CHE NON C’È FORSE IN EUROPA UNA LOCALITÀ COSÌ POVERA, DEGLI INTERESSI COSTITUITI COSÌ PICCOLI, CHE NON SI APPRESTI A PARTECIPARE DIRETTAMENTE AI BENEFICI DI QUESTA MERAVIGLIOSA CONQUISTA DEL SECOLO DECIMONONO. LA SCOPERTA DELLA MACCHINA A VAPORE SI PUÒ PARAGONARE, PER L’IMPORTANZA DELLE SUE CONSEGUENZE, A QUELLA DELLA STAMPA, O A QUELLA DEL CONTINENTE AMERICANO. QUESTE IMMENSE SCOPERTE, ANCHE SE RISALGONO ORMAI A QUASI QUATTRO SECOLI, NON CI HANNO ANCORA MOSTRATO TUTTI GLI EFFETTI CHE SONO DESTINATE A PRODURRE E LO STESSO ACCADRÀ DELLA CONQUISTA CHE IL MONDO HA FATTO TRASFORMANDO IL VAPORE IN UNA FORZA MOTRICE DALL’AZIONE ILLIMITATA E APPLICATA A MOLTEPLICI USI. MOLTE GENERAZIONI SI SUCCEDERANNO PRIMA CHE SIA POSSIBILE CALCOLARNE TUTTA L’IMPORTANZA. COSÌ A TUTT’OGGI NESSUNO HA POTUTO STABILIRE, IN TUTTA LA LORO PORTATA, LE MODIFICAZIONI CHE QUESTA FORZA NUOVA È DESTINATA A OPERARE NELLA ECONOMIA DEI POPOLI CIVILI. L’INFLUENZA DELLE STRADE FERRATE SI ESTENDERÀ SU TUTTO L’UNIVERSO. NEI PAESI CHE SONO GIUNTI A UN ALTO GRADO DI SVILUPPO, ESSE IMPRIMERANNO ALL’INDUSTRIA UN IMMENSO SLANCIO: I LORO RISULTATI ECONOMICI ACCELERERANNO IL MOVIMENTO DELLA SOCIETÀ VERSO IL PROGRESSO. | DISCORSO SULLE STRADE FERRATE IN ITALIA 1846
L’INFLUENZA SULLE STRADE FERRATE SI ESTENDERÀ SU TUTTO L’ UNIVERSO
CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR
(targhetta a destra) INAUGURATO DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO IL 28 NOVEMBRE 2011 PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI UNITA’ TECNICA DI MISSIONE 1861 » 2011 » 150° anniversario Unità d'Italia
foto Vallocchia
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