Avvocato, vicino alla Carboneria, aderì ai moti del 1820 e fu segretario del Governo provvisorio pugliese (Senato della Daunia). Con la restaurazione borbonica fu costretto ad un periodo di esilio e latitanza. Aderì poi alle idee mazziniane e venne eletto nel Parlamento napoletano del 1848; ma presto dovette di nuovo nascondersi presso amici, inseguito da ordini di cattura del monarca tornato sul trono. |