Insegnante, antifascista, dopo l'8 settembre 1943 aderì al Partito Comunista clandestino e fu membro di rilievo nella Resistenza romana; arrestato il 29/1/1944 e torturato in via Tasso, finì nel gruppo dei fucilati alle
Fosse Ardeatine all'indomani dell'attentato di via Rasella.
Questa è una delle tante vittime dell'oppressione nazista di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue
Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che furono uccisi o da qui furono deportati nei lager e lì morirono di stenti o assassinati.
Un'altra
targa lo ricorda sul muro della casa dove abitò.