Furono moti carbonari, promossi dalla società segreta dei Filadelfi, miranti a riottenere la Costituzione già concessa dai Borboni nel 1820 sull'onda di una precedente insurrezione e molto presto soppressa. Il 28 giugno gli insorti si impadronirono del Forte di Palinuro illudendosi di trovarvi armi da distribuire a sperati seguaci. Nel luglio la rivolta fu soffocata nel sangue. Il toponimo Palinuro ricorda un personaggio dell'Eneide Virgiliana, il timoniere che, preso dal sonno, cadde in mare e approdò naufrago su queste coste dove fu ucciso dalla popolazione locale: ma la morte di un uomo era il pegno preteso dal dio Nettuno perché la flotta di Enea potesse raggiungere indenne i lidi italici. |