Diciannovenne si arruolò volontario nelle file garibaldine che parteciparono alla III Guerra d'Indipendenza; nel 1867 fu ancora con Garibaldi nella sfortunata spedizione per liberare Roma, e fu fatto prigioniero. Dopo una breve parentesi da violinista al S.Carlo di Napoli, si dedicò alla pirotecnica, riportando successi in molti concorsi, fino a ricevere addirittura un'onorificenza reale; fu De Amicis in un suo scritto a definirlo «l' artista del fuoco». Morì in un'esplosione che sconvolse il suo laboratorio. |