All'indomani della I Guerra Mondiale qualche migliaio di militari ribelli e volontari nazionalisti, guidati da Gabriele D'Annunzio, occuparono la città di Fiume (12/9/1919), che i trattati di pace escludevano dalle conquiste dell'Italia vittoriosa. Pur essendo un'azione condannata dal Governo Italiano e dalle altre potenze europee, si tentò di risolverla per via diplomatica; solo alla fine del 1920 si procedette allo sgombero forzato. Per decenni i partecipanti a questa impresa ne hanno tenuto vivo il ricordo, rinfocolato dopo la II Guerra Mondiale dalla perdita italiana dei territori dalmati, istriani e giuliani. |