Era militare a Roma l'8 settembre 1943 e partecipò ai primi scontri con i tedeschi; passò poi nell'Italia già liberata dagli Alleati, dai quali fu paracadutato nel Lazio per organizzare azioni propagandistiche e di sabotaggio contro i nazifascisti. Arrestato in una base partigiana, finì nel gruppo dei fucilati alle
Fosse Ardeatine all'indomani dell'attentato di via Rasella.
Questa è una delle tante vittime dell'occupazione o dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che vennero uccisi o da qui furono deportati nei lager e lì morirono di stenti o assassinati.