Fattosi monaco basiliano, assunse il nome di Bessarione, un santo anacoreta vissuto in Egitto fra IV e V sec. Fece studi letterari e filosofici, fu nominato metropolita (arcivescovo) di Nicea nel 1437 e l'anno seguente partecipò al Concilio di Ferrara (poi a Firenze) che tentava una ricomposizione fra la chiesa cattolica romana e quella ortodossa costantinopolitana dopo lo scisma del 1054. Nel 1439 fu nominato cardinale; successivamente il papa gli assegnò sedi vescovili, fino a quella di Tuscolo (Frascati) nel 1449, e la legazione per Bologna, la Romagna e Ancona. Dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi (1453) si prodigò per accogliere i fuggiaschi in Italia. Fallirono i suoi incarichi diplomatici in Germania volti a sollecitare una nuova Crociata per la liberazione della Grecia. Nel 1463 ebbe l'ormai simbolico titolo di patriarca costantinopolitano. Raccolse numerosi libri greci che nel 1468 donò alla Biblioteca Marciana di Venezia. Morì durante il ritorno da un'ambasceria in Francia che non aveva avuto successo.
L'epigrafe in greco ripete parte di quella superiore in latino: "Io Bessarione, ancora vivente, feci questo monumento per il corpo; lo spirito fuggirà immortale presso Dio". |