Attratta dall'insegnamento francescano, praticò fin da giovane una vita all'insegna del sacrificio in favore degli umili. Quando l'imperatore Federico II assediò Viterbo incitò i viterbesi alla lotta. Alla capitolazione della città dovette andare in esilio (a Soriano e nei borghi vicini) e poté tornare in patria solo alla morte dell'imperatore, morendo anch'essa poco dopo. Ben presto proclamata santa, è la patrona della città di Viterbo.
Resta qualche incertezza sull'anno di morte (forse 1252).
La sera del 3 settembre l'immagine della santa viene sollevata e trainata da un centinaio di uomini ("facchini") per le vie della città; l'immagine è posta sulla
"macchina", una torre alta quasi 30 metri, illuminata, pesante 5 tonnellate. La processione, che è scandita in cinque soste, si ripete ogni anno dal 1258.