Ultimo granduca della famiglia medicea, condusse vita dissoluta.
Qui tuttavia è ricordato perché venne a venerare le ossa di S.Valentino.
Questo Valentino non è il vescovo patrono di
Terni e di
Bussolengo, protettore degli innamorati. Qui, nella pieve di S.Maria Assunta si conserva uno scheletro riesumato dalle catacombe di S.Callisto nel 1681, donato alla comunità di Bientina da una nobile romana, Laura Grozzi, nel 1699; secondo tradizione era un legionario romano convertitosi al cristianesimo e martirizzato. Altri
casi analoghi ci fanno ricordare che un mercato delle reliquie dilagò per tutta Europa quando a Roma, nel '600, si moltiplicarono gli scavi che portavano in luce le antiche catacombe; dalle più lontane parrocchie il desiderio di avere i resti di un santo sotto l'altare maggiore sollecitarono preti senza scrupoli ad improvvisarsi mercanti e fare buoni affari con l'esportazione del sacro: bastava estrarre uno scheletro qualunque da quelli che erano antichi cimiteri sotterranei, battezzarlo con un nome, anche insolito ma verisimile, e garantire con false bolle di certificazione che si trattava di un o una martire.
Sempre secondo tradizione, sembra che la reliquia di questo santo, oltre a favorire guarigioni miracolose, nei secoli abbia liberato molti sventurati da possessioni diaboliche, tanto che è ricordato come S.Valentino degli
indemoniati.