Uomo politico che in età cesariana ebbe grande importanza, superata solo da quella di oratore e maestro d'oratoria. Scrisse anche di etica, politica e religione. Il suo stile è divenuto un modello nella lingua letteraria latina.
Propriamente la scheda dovrebbe essere intitolata a Marco Giovenzio Laterense, colui che citò in giudizio Gneo Plancio, il cliente di Cicerone avvocato, per brogli elettorali; Giovenzio Laterense infatti apparteneva ad una famiglia originaria di Tuscolo; ma se Cicerone non avesse sostenuto la difesa di Plancio non si sarebbe conservata questa orazione davanti ai giudici e quasi nulla finiremmo per sapere dell'accusatore. Bisogna però aggiungere che i legami di Cicerone con Tuscolo erano forti da quando acquistò qui una villa, luogo di riposo o di rifugio in diversi frangenti della vita dell'oratore; in questa villa ambientò una sua opera filosofica in forma di conversazione dotta, le
Tusculanae disputationes.