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Nome e Cognome Géza Szőcs
Târgu Mures, RO 1953 - Budapest, H 2020
Dove si trova via Marco Agrippa - Arpino, FR
Categoria lettere
Segnalato da Sandro Vallocchia
Per saperne di più ...
wikipedia Cerca Géza Szőcs su Wikipedia
Poeta di etnia ungherese, per le sue idee politiche fu arrestato ed espulso dalla Romania nel 1982; alla caduta del regime di Ceaucescu (1989) poté tornare nel paese natale dove fu eletto al Senato di Bucarest; ha poi assunto incarichi politici, editoriali e redazionali in Ungheria, fino a dirigere il ministero della Cultura magiaro.

Queste pietre scritte fanno parte di un'iniziativa promossa dallo scrittore Giuseppe Bonaviri: cospargere il paese di testi poetici scritti da autori contemporanei, di ogni provenienza, che hanno visitato Arpino.
Qui trovi l'elenco aggiornato delle pietre scritte.
 
     
 
 
(Testo)

(sinistra)

Zuhanás előtt

Bőröndjeikben súlyos kőtáblákkal,
hátukon kőtömbjeikkel,
övükben vésővel, kalapáccsal
költők érkeznek a négy égtáj felől.

Leszállnak a Piazza del Municipión
a távolsági buszról, hova tegyem le
a követ, nzelődnek,
hova tegyük le köveinket.

Isten hozott, költők!
Isten hozott, kik iljöttetek összerakni
azt a régi és fényes nyelvet.

Térjetek haza, költők
és mondjátok el az otthoniaknak
hogy felépüll a forditott felhőkarcoló
melynek tetejéről az újra megtalált nyelven
lehet majd szétkiabálni, ogy késő, hogy vége
s hogy e könyvtár itt nem más

mint fedélzeti fekete doboz, mely rögzíti szavainkat, azt
hogy mi hangzott el
mielőtt megtörtént a szerencsétlen-
ség.

Szőcs Géza

Arpino maggio 2006


(destra)
Prima della caduta

Con pesanti tavole di pietra nei loro bauli,
con monoliti sulle spalle,
con scalpelli e martelli nelle cinture
arrivano i poeti dai quattro punti cardinali.

Scendono in Piazza del Municipio
dalle corriere, dove posare
le pietre, si guardano in giro,
dove posare la nostra pietra.

Benvenuti, poeti!
Il benvenuto a chi č venuto
per sistemare l’antica lingua nello splendore.

Tornate a casa, poeti
e dite ai familiari
che č pronto il grattacielo tradotto
dalla cui sommitŕ nella lingua ritrovata
si potrŕ gridare al mondo
che č tardi, che la biblioteca qui non č che
la scatola nera di bordo, che fissa le nostre parole,
ciň che č risuonato
prima della disgra-
zia.

Szőcs Géza

Traduzione di Tomaso Kemeny
Arpino maggio 2006


foto Vallocchia
 
 
     
 
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