|
|
Poeta di etnia ungherese, per le sue idee politiche fu arrestato ed espulso dalla Romania nel 1982; alla caduta del regime di Ceaucescu (1989) poté tornare nel paese natale dove fu eletto al Senato di Bucarest; ha poi assunto incarichi politici, editoriali e redazionali in Ungheria, fino a dirigere il ministero della Cultura magiaro. Queste pietre scritte fanno parte di un' iniziativa promossa dallo scrittore Giuseppe Bonaviri: cospargere il paese di testi poetici scritti da autori contemporanei, di ogni provenienza, che hanno visitato Arpino. Qui trovi l'elenco aggiornato delle pietre scritte. |
|
|
|
|
|
|
|
|
(Testo)
(sinistra) Zuhanás előtt
Bőröndjeikben súlyos kőtáblákkal, hátukon kőtömbjeikkel, övükben vésővel, kalapáccsal költők érkeznek a négy égtáj felől.
Leszállnak a Piazza del Municipión a távolsági buszról, hova tegyem le a követ, nzelődnek, hova tegyük le köveinket.
Isten hozott, költők! Isten hozott, kik iljöttetek összerakni azt a régi és fényes nyelvet.
Térjetek haza, költők és mondjátok el az otthoniaknak hogy felépüll a forditott felhőkarcoló melynek tetejéről az újra megtalált nyelven lehet majd szétkiabálni, ogy késő, hogy vége s hogy e könyvtár itt nem más
mint fedélzeti fekete doboz, mely rögzíti szavainkat, azt hogy mi hangzott el mielőtt megtörtént a szerencsétlen- ség.
Szőcs Géza
Arpino maggio 2006
(destra) Prima della caduta
Con pesanti tavole di pietra nei loro bauli, con monoliti sulle spalle, con scalpelli e martelli nelle cinture arrivano i poeti dai quattro punti cardinali.
Scendono in Piazza del Municipio dalle corriere, dove posare le pietre, si guardano in giro, dove posare la nostra pietra.
Benvenuti, poeti! Il benvenuto a chi č venuto per sistemare l’antica lingua nello splendore.
Tornate a casa, poeti e dite ai familiari che č pronto il grattacielo tradotto dalla cui sommitŕ nella lingua ritrovata si potrŕ gridare al mondo che č tardi, che la biblioteca qui non č che la scatola nera di bordo, che fissa le nostre parole, ciň che č risuonato prima della disgra- zia.
Szőcs Géza
Traduzione di Tomaso Kemeny Arpino maggio 2006
foto Vallocchia
|
|
|
|
|
|
|
|
|