Seguì le orme paterne nella carriera militare; fu nell'esercito borbonico contro le armate francesi nel 1796 ma, accusato di simpatie per le idee provenienti d'oltralpe, venne condannato ed incarcerato; riuscì a fuggire e riparò a Roma, dove si arruolò nell'esercito repubblicano; poi fu al servizio della Repubblica Cisalpina e del Regno d'Italia. Nel 1806 rientrò nei ranghi borbonici, e nel 1808 nell'armata di
Murat; gli venne affidato il comando delle artiglierie della fortezza di Capua, e nel 1814 di quella di Gaeta; quando Ferdinando I tornò sul trono di Napoli andò esule in Corsica, per tornare in patria nel 1820, eletto deputato, e nel 1831, reintegrato nella carriera militare. Gli fu affidato nuovamente il comando della piazzaforte di Capua.