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Insegnante, giornalista, saggista, scrisse drammi, racconti e romanzi, di cui i più noti restano Don Giovanni in Sicilia (1941) e Il bell'Antonio (1949). Fu anche sceneggiatore per il cinema. |
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(Testo)
3 | itinerario BRANCATIANO Città di Pachino |
Il Mercato
«Lì nereggiava il mercato e abitava un numero strabocchevole di miei zii, cugini, prozii, procugini, testimoni delle nozze di mio padre, medici che avevano curato mia nonna, levatrici che avevano aiutato a venir fuori mio padre, me e mio fratello, tutta gente che sapeva sul conto mio un mucchio di cose che io ignoravo...» (Il nonno).
«Dal vicino mercato giungeva il rumore dell’acqua che gocciolava nelle vasche o il passet- tino del cane che girava intorno ai banchi e talvolta sgagnolava. Questo cane era un vecchio terranova che di solito non usciva dalla banchina del mercato e, in ogni modo, limitava a questa il campo della sua ferocia: steso nella strada, cosa che accadeva rara- mente, diventava una bestia torpida, solenne e taciturna, una specie di buon somaro dalle zampe felpate. Tutti giuravano sulla sua ferocia di guardiano e la sua cortesia di passante. Nondimeno, il mio prozio era più contento di non vederlo che di vederlo passare davanti alla sua porta, e quando nella tensione dello scrivere, il suo udito eccitato sentiva il pas- settino del terranova precipitare dallo scalino del mercato e avvicinarsi nel silenzio della strada deserta, la penna gli cadeva di mano.» «... Senza più voltarsi, il cane saltò nella strada e lentamente tornò al suo ufficio di guardiano sotto la tettoia di zinco del mercato» (Diario romano, febbraio 1949). |
UniCredit
foto Vallocchia
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