Avvocato socialista, da giovane fu amico di Mussolini, di cui scrisse un ritratto, e di Nenni; fu il primo sindaco di sinistra nel suo paese; si salvò dalle aggressioni delle squadracce fasciste grazie all'intervento dell'amico
Leandro Arpinati e durante il Ventennio dovette rinunciare ad una vita politica attiva pur non tradendo le sue idee sulla carta stampata. Verso la fine della guerra era rifugiato presso il vecchio amico Arpinati, insieme al quale venne ucciso da alcuni partigiani il giorno dopo la liberazione di Bologna.