Bracciante, autodidatta, aderì giovanissimo al Partito Socialista e poi a quello Comunista, dedicandosi all'attività sindacale nella Camera del Lavoro di Bari. Durante il Ventennio, per sfuggire al carcere cui era stato condannato come oppositore del regime, dovette espatriare in Francia e nell'Unione Sovietica. Alla fine della guerra fu segretario della Confederazione Generale del Lavoro per la corrente comunista; anche dopo la scissione e nascita dei due altri sindacati (CISL e UIL) diresse la CGIL fino alla morte.
Vale la pena sottolineare che che la dedica non cade su un generico "
casa popolare".