Notaio, latinista, cultore di studi danteschi, appassionato di caccia, scrisse un poema in 3 libri intitolato
L’uccellagione (incompiuto e pubblicato postumo dalla moglie nel 1775), che osserva i vari tipi di volatili e i modi per catturarli, senza l'uso di armi. Il suo sport però gli fu fatale perché morì proprio in seguito ad un banale incidente, scivolando in una scarpata durante una spedizione venatoria.
Fra le sue altre produzioni poetiche merita di essere ricordata la traduzione in versi sciolti italiani del poemetto in esametri
Syphilis sive de morbo gallico di
Gerolamo Fracastoro.