L'aspetto della targa e l'indicazione "CONFEZIONI RURALI" danno la certezza che non si tratti di impresa attualmente in attività e sembrerebbero assegnarla alla prima metà del '900. In rete, cercando fra le vittime della Shoah si trovano numerosi Di Veroli deportati e morti nei lager tedeschi; si scopre anche che molti di questa famiglia commerciavano in tessuti. Ignoro però se questa targa sia stata conservata per commemorare una vittima della persecuzione antisemita. Nella
Gazzetta Ufficiale del Regno n.250 del 22/10/1942, fra Disposizioni e comunicati c'è la "Variazione all'elenco ... delle aziende industriali e commerciali appartenenti a cittadini italiani di razza ebraica", dove è menzionato Di Veroli Umberto fu Michele, abitante in via Portico d'Ottavia 5, dedito a commercio di indumenti rurali, cui viene nuovamente concessa la vendita all'ingrosso ma revocato il banco in piazza della Cancelleria. Della sua sorte in seguito non ho scoperto altro.