Nell'università di Padova prima studiò giurisprudenza, poi si dedicò alla sua vera passione, l'architettura, sotto la guida di Giuseppe Jappelli (quello che costruì il caffè
Pedrocchi). Ha progettato chiese e restauri di chiese in Veneto e nel Trentino, ma si è dedicato soprattutto alla critica e storia dell'arte, alla storia e teoria del restauro, alla ricognizione dei beni artistici (con particolare predilezione per il "medievalismo"). Dal 1849 insegnò estetica e storia dell'architettura all'Accademia di Belle Arti di Venezia (dove ebbe tra gli allievi Camillo Boito). Presiedette poi la commissione imperiale istituita per la descrizione e la conservazione dei
Monumenti artistici e storici delle provincie venete e spese ogni energia per la conservazione degli affreschi giotteschi nella cappella degli Scrovegni e per la valorizzazione dei beni artistici della sua città. Fu tra i primi ad apprezzare la fotografia come mezzo importante per lo studio e l'insegnamento dell'architettura.
Purtroppo il suo entusiasmo non ha fatto scuola, visto che l'epigrafe del suo monumento è al limite della leggibilità.