Fu giudice ad Antrodoco e in diverse località d'Abruzzo; di idee libertarie, Carbonaro, partecipò ai moti del 1821; fu poi procuratore generale a Teramo e presidente della Gran Corte Criminale dell'Aquila, ma venne destituito quando fu accusato di avere ospitato i
fratelli Bandiera. Appassionato di numismatica, scrisse anche saggi di agronomia e allevamento.
La
battaglia di Antrodoco fu un episodio dei moti del 1821, combattuta fra truppe austriache e insorti napoletani guidati dal generale
Guglielmo Pepe.