Dopo l'Armistizio partecipò alla Resistenza militando nell'area vicina a
Giuseppe Cordero di Montezemolo; un gruppo, organizzato dal tenente
Maurizio Giglio, teneva contatti con le truppe Alleate. In seguito a delazione Mastrogiacomo fu catturato dai fascisti mentre comunicava con una radiotrasmittente, in un barcone ancorato sul Tevere; anch'egli, come Cordero e Giglio, entrò nella lista dei martiri che vennero trucidati alle
Fosse Ardeatine all'indomani dell'attentato di via Rasella.