Uomo politico, scrittore in latino e in volgare, diede a questa lingua nascente una enorme poliedricità espressiva. La sua
Divina Commedia è indubitabilmente uno dei grandi capolavori della letteratura mondiale, ma per gli italiani è anche la fucina della loro lingua, da cui sono uscite le più potenti raffigurazioni della realtà e dell'immaginazione.
Nel
XII canto del Paradiso Dante fa pronunciare da S.Bonaventura, francescano, un panegirico di S.Domenico, a completare il dittico iniziato nel
canto precedente con l'elogio di Francesco recitato dal domenicano S.Tommaso. Nel poema si intrecciano così reciproche cortesie fra i due ordini, quasi ad auspicare ciò che nella realtà non sempre accadeva (come romanzescamente illustrò
Umberto Eco in
Il nome della rosa).