Dal 1942 era comandante della Stazione dei Carabinieri di Aprica (So), quando giunsero in Valtellina alcune centinaia di ebrei jugoslavi fuggiti dall'occupazione nazista e qui confinati; dopo l'Armistizio anche questo esilio in Italia si rivelò per loro molto rischioso e perciò Pilat, con la collaborazione dei suoi carabinieri e di due preti del luogo, organizzò l'espatrio in Svizzera dei fuggiaschi. Grazie a questo loro intervento 218 ebrei poterono evitare i lager e salvarsi. Inevitabilmente venne anche per Pilat l'arresto; fu deportato a Ludwigsburg (Stuttgart, D), ma un giorno riuscì ad impadronirsi di una tuta da autista tedesco e a fuggire dal lager; proseguì poi a piedi, continuamente nascondendosi, fino a Rovereto. Alla fine della guerra riprese il comando della Stazione di Aprica, promosso al grado di maresciallo. Nel 2011 fu insignito di medaglia d'argento al Valor Civile alla memoria per l'opera di salvataggio prestata.
Sugli altri due lati vengono commemorati 5
partigiani fucilati a Edolo.