Nel maggio del 1855 il boia pontificio,
Mastro Titta, andò in trasferta a Fermo con la sua ghigliottina. Tre dei condannati non avevano niente a che vedere con l'uccisione di un prete di cui erano stati accusati ma nel 1849, su ordine della Repubblica Romana, avevano arrestato l'ultrareazionario cardinale vescovo
De Angelis; ovviamente con il ritorno del papa sul trono il cardinale pensò come vendicarsi. Uno dei probabili colpevoli dell'omicidio fece il nome dei tre patrioti, dietro promessa di impunità.
Con l'ingresso delle Marche nel Regno d'Italia il cardinale fu nuovamente arrestato e un decreto di Vittorio Emanuele assegnò pensioni alle vedove e ai figli dei condannati che avevano famiglia. Su questa vicenda Olindo Guerrini scrisse un vibrante
sonetto.