Dal 1796 al 1864 fu il boia dello Stato Pontificio; in un suo taccuino annotò i dati essenziali delle oltre 500 sentenze capitali che eseguì. Le esecuzioni -spettacolo atroce- avvenivano o per impiccagione o per martellate alla testa (
mazzuolamento), spesso con successivo squartamento ed esposizione dei pezzi del cadavere. Dal 1816 la Roma papalina adottò l'uso della ghigliottina, appreso dagli ex invasori francesi.
Sotto la ghigliottina finirono anche i carbonari
Targhini e
Montanari.
Fra gli Stati preunitari solo la Toscana aveva abolito la pena di morte, nel 1786; nel Regno d'Italia si dovette aspettare il 1877 (anche se dai codici sparì nel 1889). Il Fascismo la reintrodusse nel 1926 per reati contro lo Stato. La Costituzione repubblicana l'ha definitivamente abrogata e nel 1994 è stata cancellata anche nel Codice penale militare di guerra. Ce n'è voluto di tempo perché le riflessioni di
Cesare Beccaria attecchissero!