Principe di ramo cadetto della famiglia di Savoia, era reggente quando nel 1821 a Torino scoppiò un moto carbonaro che rivendicava la Costituzione: il re
Vittorio Emanuele I aveva abdicato e l'erede
Carlo Felice al momento era assente; concesse provvisoriamente lo Statuto, previa ratifica del re; ma al suo ritorno Carlo Felice lo sconfessò, e Carlo Alberto per alcuni anni dovette allontanarsi da Torino, fino al perdono del re. Alla morte di Carlo Felice nel 1831 si trovò ad essere l'unico erede al trono; il 4 marzo 1848 promulgò definitivamente lo
Statuto che porta il suo nome, che è rimasto in vigore nel Regno di Sardegna e poi in quello d'Italia fino alla Costituzione repubblicana dell'1/1/1948.
Nel marzo 1848 appoggiò i
milanesi ribellatisi all'Austria entrando in guerra; ma la sua indecisione influì sull'andamento delle operazioni militari: nel momento favorevole stipulò un armistizio senza approfittare del vantaggio, e alla ripresa delle ostilità fu prevenuto dagli austriaci che entrarono in Piemonte e sconfissero il suo esercito a
Novara. Allora
abdicò lasciando il trono a suo figlio Vittorio Emanuele II.
Aggiungo nel secondo
thumbnail la targa che mi ha trasmesso
Mario Vercellino che ricorda la sosta di carlo Alberto sulla via dell'esilio, dopo la sconfitta di Novara (1849), al santuario del Laghetto (Notre-Dame de Laghet), oggi in territorio francese.