Gli otto caduti del 1848 erano dei Corpi Volontari Lombardi, costituiti da semplici cittadini che, dopo le 5 giornate, il Governo provvisorio inviò a presidiare località strategiche per arginare controffensive austriache. Questi otto facevano parte della colonna guidata da Gaetano Tibaldi che raggiunse le Giudicarie; a Sclemo (Stenico, Tn) furono circondati dal nemico e trucidati. Anche là una
targa li commemora; in quella c'è in più il nome di Domenico Ferrari, domestico dell'ingegnere Verdelli, in questa quello di Luigi Tarenzi, pittore di carrozze.
I caduti del 1849 morirono tutti nella difesa della Repubblica Romana; quelli del 1859 a S.Martino, tranne Simoni che morì a Palestro; quelli del 1860 erano con Garibaldi: Bandera cadde a Maddaloni, Bettoni ad Isernia, Biaggi (o Biagi), Pennati e Vantadori a Milazzo, Delle Donne a Castelfidardo, Lanza e Rizzardi a Sessa Aurunca (Ce), Vaccari ad Osimo (An), Vigani a Capua.