Nel 1860 si unì ai Mille. Nei decenni successivi si dedicò all'insegnamento e alla narrazione dei fatti del Risorgimento cui aveva assistito. Il libro più noto è
Da Quarto al Volturno: noterelle d'uno dei Mille, che racconta in forma di diario l'epopea garibaldina. Con Garibaldi partecipò anche alla campagna del 1866. Deposta la divisa, fece l'insegnante. Dal 1866 tornò al suo paese natale, di cui fu per anni sindaco, e scrisse il romanzo storico
Le rive della Bormida, in cui sono narrate le vicende della valle all'arrivo dei Francesi nel 1794 (raccolte dalla voce dei vecchi che le avevano vissute). Fu promotore della Società Operaia di Mutuo Soccorso locale, una delle prime in Italia.
Da Brescia, dove morì, la sua salma fu trasportata al cimitero di Cairo Montenotte (Sv) avvolta nella bandiera tricolore in cui era stata avvolta qualche anno prima la salma di Giuseppe Mazzini.
Giovanni Pascoli, alla morte dello scrittore, gli dedicò una
poesia nella raccolta
Odi e Inni.