La lapide ricorda la difesa del Pasubio, al termine della grande controffensiva (
Strafexpedition) sferrata dal generale austriaco Conrad sul fronte che andava da Passo Buole all'Altipiano di Asiago: per tutto il giugno di quell'anno le linee italiane subirono un pesante cannoneggiamento e le truppe austriache conquistarono posizioni che le portarono ad un passo dalla calata per le valli trentine e vicentine. La sanguinosa resistenza della fanteria italiana riuscì a fermare questo attacco; e il punto nevralgico del Monte Pasubio ne fu la conclusione.
Come mi segnala Sandro Vallocchia, il firmatario del testo era il generale
Andrea Graziani, da non confondere con Rodolfo Graziani che, 27 anni dopo, come ministro della Guerra della Repubblica Sociale Italiana, firmò il decreto che irrogava la fucilazione immediata a quanti italiani fossero renitenti ad indossare la divisa della RSI. Anche questo omonimo però era da prendere con le molle: a Noventa (Pd) il 3/11/1917 fece uccidere un artigliere perché sfilava davanti a lui fumandosi un sigaro! Alla
stampa socialista che a guerra finita lo additò al disprezzo per questa efferatezza rispose adducendo la gravità del momento (erano i giorni della rotta di Caporetto) e la necessità di contenere lo sbandamento dell'esercito, ma non poté negare di aver personalmente bastonato il malcapitato e di averlo fatto immediatamente fucilare per un futile motivo.
L'immagine è del 2006; nel 2012 mi sono arrivate altre due foto, una che mostra l'intero monumento in cui è affissa la targa (primo
thumbnail) e una che riprende un'epigrafe alla base, su pietra (secondo
thumbnail); quest'ultima rivela un restauro approssimativo, poiché i caratteri riempiti di colore nero recitano:
VIRTUS ROMANA / VICI TINAD RIDM, in cui la seconda riga non significa nulla; a confortarmi che l'integrazione sia approssimativa è il risultato del restauro al vicino busto di
Bartolomeo Montagna, dove pure l'attuale lettura dell'epigrafe non rende ragione del testo originale. In questo caso però la mia fantasia non suggerisce una ricostruzione soddisfacente; giornali dell'epoca che descrivevano l'inaugurazione riportano questo testo: "
VIRTUS ROMANA VICENTINAE FIDEI".