Seguì il padre Matteo Renato nell'esilio cui fu costretto dopo la partecipazione ai moti del 1820-21. Ritornato a Napoli intraprese studi di diritto che lo avrebbero portato alla cattedra negli atenei napoletano e pisano. Nel 1848 partecipò al governo imposto al Borbone dalla Napoli insorta. Al ristabilimento dell'ordine costituito dovette fuggire nuovamente. Entrò in amicizia con il patriota
Carlo Poerio, di cui sposò la sorella Carlotta (ricordata nel monumento). Nel 1863 fu nominato senatore del Regno d'Italia.
Il figlio Giorgio (pure ricordato nel monumento) morì con i volontari garibaldini a Dijon (F) nel 1871.