Di Benigno Bossi se ne trovano diversi attribuibili a questi anni tra fine '700 e primo '800, e in questa zona: riprendevano il nome dell'antico
arcivescovo Milanese che la
famiglia vantava fra i propri antenati, a capo dell'arcidiocesi dal 465 al 472 (o 470-477 secondo alcuni). A
Vincenzo Dandolo, che aveva la villa qui vicino, è dedicata una lapide conservata nell'ambulacro del Municipio varesino. Questa epigrafe esprime il ringraziamento di Dandolo a Bossi, che nel 1603 aveva concesso parte del suo terreno per rendere più bello e comodo l'accesso alla villa del dirimpettaio.
La scritta è malridotta, e l'intervento della mano che ha dipinto di nero lettere non sempre riconosciute con sicurezza ha complicato le cose per una corretta interpretazione. Trascrivo il testo come risulta dalla recente pittura, ma aggiungo qui la mia ricostruzione probabile di ciò che in origine si doveva leggere: BENIGNO BOSSIO / OB AREAE PARTEM / ULTRO DONATAM / ADVERSARUM AEDIUM / DECORI ET COMMODO / VINCENTIUS DANDOLUS / GRATI ANIMI MON. / P. / ANNO MDCCCIII.