Famiglia guelfa di antiche origini, anche se Dante sminuisce il rango degli antenati e dipinge gli Adimari suoi contemporanei come boriosi prepotenti verso i deboli e miti con i potenti (
oltracotante schiatta: Par. XVI 115); il giudizio, messo in bocca al proavo dantesco, Cacciaguida, forse deriva dal fatto che un Adimari si era impossessato di parte dei beni degli Alighieri dopo l'esilio forzato del poeta. Ad un ramo della famiglia, quello dei Cavicciuli, appartenne
Filippo Argenti, l'iracondo che Dante incontra nell'Inferno (canto VIII).