"È l'ingresso per l'escursione lungo la parte dell'acquedotto che alimentava la Neapolis greco-romana e proseguiva verso l'area flegrea, rifornendo i porti di Puteoli, Cuma, Baia e soprattutto la
Piscina Mirabile di Miseno, al servizio della flotta.
Cunicoli, cisterne e pozzi sono stati utilizzati anche dal successivo acquedotto della Bolla, alimentato da sorgenti nel territorio dell'attuale comune di Volla, ai piedi del Vesuvio, dove traeva origine anche il fiume Sebeto.
Un'iscrizione trovata da
Amedeo Maiuri alle sorgenti del Serino ricorda il restauro da parte dell'imperatore Costantino all'acquedotto ascritto ad Augusto.
Visite guidate del sottosuolo partono anche dalla zona di Chiaia, soprattutto lungo le tracce dell'acquedotto alimentato dal fiume irpino Faenza, che prese nome dal finanziatore Cesare Carmignano e fu inaugurato nel maggio 1629.
Anche la costruzione del nuovo acquedotto in pressione del Serino -realizzata nel quadro del risanamento dopo l'esplosione del colera a fine '800 dall'ingegnere Vincenzo Stefano Breda e dalla sua Società Veneta per le Opere Pubbliche- approfittò della natura tufacea del sottosuolo napoletano per ricavarvi direttamente anche diversi grandi serbatoi.
È molto ramificata la Napoli sotterranea, formatasi parallelamente a quella sovrastante. Infatti a lungo si scavò in loco il tufo destinato alla costruzione degli edifici; le cavità risultanti venivano utilizzate per depositi e cisterne pluviali che, unificate con cunicoli, diventavano l'ossatura per gli acquedotti e relativi
formali (ricordati dalla Chiesa di S. Caterina a Formiello o da via Mezzocannone). Esistono anche sorgenti, grotte naturali, cave dismesse, tunnel, vasche, pozzi e fenditure dalle origini e dagli usi più vari, oltre ai
cemeteria sottostanti le chiese, gli ipogei e le catacombe. Da questa porosità napoletana sono derivate anche tragedie per interi edifici e strade collassate, dissesti fognari, incendi dai fumi intossicanti durati intere giornate perchè alimentati da materiali versati in cavità difficilmente raggiungibili dai Vigili del fuoco... E la storia ricorda assedianti che hanno conquistato la città penetrandovi attraverso i canali sotterranei e risalendo dai pozzi sfocianti nei cortili, come fece Alfonso d'Aragona nel giugno 1432. Per non parlare dei rifugi antiaerei ricavati in tante cavità durante la II Guerra Mondiale" (
Lucio Ciccone).