Allievo di
Luigi Settembrini, di idee patriottiche, dovette subire l'esilio; nel 1849 raggiunse i difensori della Repubblica Romana. Di nuovo in esilio, strinse rapporti con Mazzini e partecipò alla spedizione di
Pisacane a Sapri, che gli costò la carcerazione a Favignana, da dove uscì per unirsi ai Mille di Garibaldi. Dopo l'Unità fu deputato e poi ministro degli Interni nel 1876 (governo Depretis) e nel 1891 (primo governo di Rudinì).