Medico con la passione per la poesia, abbracciò idee patriottiche e nel 1848 partecipò alla campagna militare in Veneto, combattendo a Cornuda, a Treviso e sulle mura di Vicenza. Accorse poi alla difesa della Repubblica Romana nel 1849 e svolse anche ruoli organizzativi e di comando. Fu costretto all'esilio dalla caduta della Repubblica e tornò in patria solo nel 1859; l'anno seguente comandò un corpo di volontari (Cacciatori del Tevere) in appoggio alle truppe piemontesi che conquistavano Marche ed Umbria; i suoi armati liberarono Orvieto. Partecipò poi alla III Guerra d'Indipendenza e diresse la repressione militare di un moto separatista a Palermo (1866). |