Colonna sonora:
L.Andersen: Lili Marlen
Bella ciao
Boogie Woogie

Annaluisa, la primogenita di Marco ed Amelia, compie 2 anni (10 giugno 1940) quando gli altoparlanti della radio gracchiano che è giunta l'ora " delle decisioni irrevocabili" e che Mussolini, a fianco dell'alleato tedesco scende in guerra contro Francia e Gran Bretagna. Scelta belligerante un po' vile, visto che il Terzo Reich ha già piegato la Francia. I più fanatici tra le "folle oceaniche" plaudenti trasudano gioia ed entusiasmo. Quelli con un po' di buon senso cominciano a preoccuparsi, se non altro pensando ai rischi che corrono, visto che non sono convinti dalla propaganda parolaia che vede tutto roseo e facile; le case d'Italia si sono riempite di scritte perentorie e pacchiane che richiamano gli "otto milioni di baionette" o "l'aratro che traccia il solco e la spada lo difende", oppure raccomandano "Taci! Il nemico ti ascolta". Invece per gli antifascisti questa guerra può essere l'evento che detronizzerà Mussolini in caso di probabile sconfitta.


Cartolina di propaganda (Mostra artisti italiani in armi- 1942)

 


In occasione delle licenze militari la famiglia paterna si riuniva a Meano di Trento. La bimbetta col fiocco gigantesco è mia sorella maggiore, Annaluisa

I soldati italiani cominciano ad essere spediti ovunque a fianco delle armate tedesche: in Africa, dove gli Inglesi puntano a sgretolare il nostro Impero coloniale, in Grecia, in Russia, sulle navi da guerra nel Mediterraneo, a farsi silurare dai sottomarini nemici. Ovunque le truppe italiane subiscono gravissime perdite, mascherate sulla stampa di regime come "ritirate strategiche". 
Marco ha la fortuna di passare dal corpo di Artiglieria alla Sanità, perché dopo la laurea in Chimica aveva preso una seconda laurea in Farmacia; gli affidano perciò la direzione dell'ospedale militare di Ancona ed evita i diversi fronti, da cui pochi tornano indenni.

Le operazioni militari sono così disastrose che il re Vittorio Emanuele nel luglio del '43 fa arrestare il Duce e l'8 settembre firma un armistizio con i nemici (gli "Alleati"), che nel frattempo sono sbarcati in Sicilia e risalgono la penisola. I soldati italiani buttano le divise e se ne tornano alle loro case. Ma i tedeschi liberano Mussolini e gli fanno costituire un Governo repubblicano (Repubblica Sociale Italiana), con sede a Salò, che sconfessa l'armistizio. Questo Governo minaccia la fucilazione per quanti non riprendano la divisa a fianco del Terzo Reich. Per l'Italia iniziano due anni di guerra civile (tranne per la parte di penisola che intanto viene conquistata dalle truppe Alleate). Quelli che non vogliono tornare sotto le armi si rifugiano in montagna imbracciando i mitra contro tedeschi e fascisti, oppure vivono clandestinamente nelle città, con documenti e lasciapassare falsi, rischiando continuamente di essere scoperti, deportati nei lager o direttamente fucilati.

Marco e Amelia passano quei due anni in continui traslochi intorno a Bologna, con una famiglia che aumenta di numero, cercando anche di scampare ai bombardamenti aerei degli Alleati che mese dopo mese respingono sempre più al nord gli eserciti nazi-fascisti.
Mia madre mi descriveva spesso l'effetto impressionante che le fece il bombardamento della Ferrari di Maranello (era stata riconvertita per produzione bellica). Bologna comunque restava l'obiettivo privilegiato perché nodo ferroviario importantissimo. L'allarme antiaereo suonava sempre più spesso ed era un continuo correre nei rifugi situati negli scantinati. Non tutti scappavano: un cognato di mia madre, medico, approfittava di quei momenti per andare in giro con la sua Leica a fotografare la città sventrata dalle bombe: era antifascista, di madre ebrea e perciò sentiva quei momenti come un sollievo perché anche le camicie nere fasciste si rintanavano nei rifugi. Grazie a questo coraggio ha lasciato una imponente documentazione fotografica sugli effetti dei bombardamenti nella città di Bologna.

Immagini dei bombardamenti di Bologna (1943-45)


Loggia della Mercanzia


La sede del giornale Il Resto del Carlino


L'Ospedale S.Orsola (al centro mia zia, oculista dell'Ospedale)


La stazione ferroviaria


La copertina del libro con le foto scattate da mio zio


L'arrivo degli eserciti liberatori a Bologna (21-4-45)

Ma l'intensificarsi di questa distruzione significa anche l'avvicinarsi degli eserciti alleati e della liberazione dalla dittatura.
Il 21 aprile 1945 soldati americani, polacchi, inglesi e brigate partigiane scendono dai colli ed entrano a Bologna tra una folla di gente festante; il 25 aprile è liberata anche Milano. 'E la fine della guerra e il ritorno alla libertà.

Mia madre è già al nono mese: il 3 maggio, in un ospedale nel cui cortile sono ospitati i muli dell'esercito britannico, nasco io.

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by edc 

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