Questa epigrafe è da associare a quella su altro ingresso dell'Istituto, in cui viene riportato un passo di Livio che menziona il re
Servio Tullio. Qui il brano di Tacito, riportato non nella sua interezza, riferisce delle epigrafi che Germanico vide sui templi dell'antica Tebe egizia e che si fece tradurre da un sacerdote: erano elencati i tributi in oro, argento e merci, che i diversi popoli soggetti al faraone dovevano pagare ogni anno all'Egitto.
Forse più che all'Istituto di Statistica questo passo sarebbe adatto al Ministero delle Finanze, Agenzia delle Entrate.