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Nome e Cognome Carlo Cassola
Pavia 1814 - 1894
Dove si trova via Villa Glori 8 - Pavia, PV
Categoria patria e libertà
Segnalato da EDC
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Laureato in Giurisprudenza nell'ateneo pavese, di idee mazziniane, fu uno dei duumviri, assieme a Luigi Contratti, che nel 1849 ressero Brescia liberatasi dalla guarnigione austriaca; il generale Nugent, che si era asserragliato nella cittadella, morì negli scontri. Ma dopo poco ritornarono le truppe imperiali rafforzate da nuovi contingenti, guidate dal generale von Haynau, che per la ferocia del suo operato fu chiamato «Iena» (con un gioco di assonanza sul suo cognome). Brescia, difesa da comuni cittadini riforniti di poche armi e stremata dal fuoco nemico, si arrese subendo ogni sorta di atrocità. Cassola, come molti altri combattenti per la libertà, dovette riparare in esilio "e lo fece con molta eleganza: Si limitò a vestirsi tutto di nero, a prendere a nolo una carrozza nera con cocchiere in nero, e così si mescolò al corteo dei dolenti austriaci, che accompagnavano alla sua tomba il Generale Nugent (quello che dalla rocca posta sulla collina che domina Brescia, aveva bombardato la città)... All'altezza dell'ingresso al cimitero, tutte le carrozze nere svoltarono ed entrarono, ma il nostro Carlo fece invece proseguire la sua, e presto se ne liberò, dirigendosi invece a piedi verso le Alpi... In mezzo alla neve, ormai lasciato dal contrabbandiere, che gli aveva indicato con la mano la direzione da seguire, all'improvviso si trovò faccia a faccia con un orso: bello grande e ritto sulle zampe di dietro. Si guardarono, e poi il mio bisnonno, terrorizzato, si mise a cantare a gran voce un brano d'opera. Questo spaventò l'orso, che scappò da una parte, mentre Carlo fuggiva dall'altra!". Rimase qualche tempo a Capolago, in Svizzera, dove diede alle stampe alcuni opuscoli, fra cui un resoconto delle eroiche dieci giornate di Brescia (23 marzo-1 aprile 1849); poi si rifugiò a Londra e solo dopo l'Unità tornò in Italia stabilendosi a Volterra, dove svolse l'attività di magistrato. Ormai vecchio, tornò a Pavia. Il suo corpo fu richiesto dalla città di Brescia perché fosse ospitato nel famedio degli eroi; qui tuttavia non ha avuto l'onore atteso, poiché sul monumento non sono riportati i nomi dei personaggi illustri che vi riposano e l'apparato scultoreo è in cattivo stato di conservazione.
Era il nonno dell'omonimo romanziere.

(Devo queste notizie, corredate da citazioni, a Mimmi Cassola, bisnipote del personaggio, che gentilmente me ne ha fatto partecipe; da lei ricevo anche le tre foto che vedi nei thumbnail e copia del resoconto sulle dieci giornate di Brescia scritto da Cassola).
 
     
 
 
(Testo)

CARLO CASSOLA
DUUNVIRO DI BRESCIA EROICA
QUI' SOPRAVVISSE
PENSOSAMENTE SERENO
AL SACRIFICIO FECONDO DI UN POPOLO
FIDENTE
NEL TRIONFO DELL'IDEALITÀ
LUCE E GLORIA DELLA SUA PAVIA


foto EDC
 
 
     
 
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