Seguace di Mazzini, fu coinvolto nel moto insurrezionale in cui morirono i fratelli
Bandiera, che gli costò il carcere, poi in quello presto represso del
1847 e nel governo costituzionale del 1848; ma la successiva stretta reazionaria borbonica lo costrinse all'esilio; nel 1860 si unì ai Mille e Garibaldi lo nominò prodittatore di Reggio Calabria; dopo l'Unità svolse incarichi di prefetto in diverse province e fu eletto deputato dal 1861.
Verosimilmente ci dovrebbe essere un busto, forse al momento (novembre 2014) in restauro.