Lucidatore di mobili, fu arrestato come ebreo e membro del movimento clandestino Giustizia e Libertà; venne torturato ma non rivelò nulla che danneggiasse i suoi compagni; in attesa della deportazione, finì con altri 66 correligionari nel gruppo dei fucilati alle
Fosse Ardeatine all'indomani dell'attentato di via Rasella. Gli è stata conferita medaglia di bronzo alla memoria.
Questa è una delle tante vittime dell'occupazione o dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che vennero uccisi o da qui furono deportati nei lager e lì morirono di stenti o assassinati.
È ricordato anche da una
targa sulla facciata della vicina casa dove abitò.