L'istituzione dell'Opera Nazionale Balilla nel 1926 fu una delle espressioni della politica totalitaria fascista, che mirava a controllare in ogni ambito la vita degli italiani; il nome si ispirava al
ragazzo genovese che nel 1746 con una sassata innescò una rivolta popolare contro truppe imperiali che occupavano la città; il personaggio doveva essere il modello per i ragazzi dagli 8 ai 14 anni che periodicamente, con una loro divisa e rituali, erano radunati per attività varie e comunque per un indottrinamento. Dai 14 ai 18 anni si passava alla categoria Avanguardisti
La legge (n.563 del 3/4/1926) sul riconoscimento giuridico dei sindacati di fatto assegnava al governo grande discrezionalità nella procedura del riconoscimento e in pratica lasciava via libera solo ai sindacati fascisti.